In vista della nuova stagione, l’Inter decide di rivoluzionare il proprio organico: il centravanti Ibrahimović viene ceduto al Barcellona, in cambio di Eto’o e un robusto conguaglio economico. I nerazzurri acquistano altri due giocatori da formazioni europee di primo piano: il centrale difensivo Lúcio dal Bayern Monaco e il trequartista Sneijder dal Real Madrid. Da una squadra italiana, il Genoa, arrivano invece il regista Thiago Motta e il centravanti Milito. Oltre al succitato Ibrahimovic, lasciano il club anche quattro giocatori importanti nelle annate precedenti, quali il centrocampista Figo (che si ritira dal calcio giocato), gli attaccanti argentini Cruz e Crespo, che scelgono di continuare in altre squadre l’esperienza italiana, e l’involuto Adriano, ceduto al Flamengo.
La stagione si apre l’8 agosto 2009 con la sconfitta nella finale di Supercoppa italiana disputata allo Stadio nazionale di Pechino contro la Lazio: la rete di Eto’o – in gol all’esordio assoluto con la nuova maglia – risponde solo parzialmente a quelle di Matuzalém e Rocchi. Il campionato inizia – come i precedenti due – con un pareggio: 1-1 contro il neopromosso Bari. Il successivo turno vede già il derby, che viene vinto per 4-0: i nerazzurri non si imponevano in una stracittadina con uno scarto di quattro reti dal 5-1 del 24 marzo 1974. All’ottava giornata, dopo il largo successo esterno sul campo del Genoa (5-0), l’Inter conquista la vetta solitaria della classifica; con 16 punti nei successivi 6 turni la squadra nerazzurra allunga sulle dirette concorrenti e nonostante la sconfitta contro la Juventus alla quindicesima giornata riesce a conservare la vetta della classifica fino al termine del girone d’andata, laureandosi “campione d’inverno” davanti al Milan, distante otto punti seppur con una gara da recuperare. Eto’o durante la partita contro la Dinamo Kiev valevole per il quarto turno del Gruppo F di Champions League: il nuovo acquisto si rivelerà fondamentale per il prosieguo dell’avventura europea mostrando una sorprendente duttilità tattica.
Nel frattempo arriva la qualificazione agli ottavi di Champions League al termine di un girone complicato che vedeva l’Inter inserita nel gruppo F assieme ai campioni in carica del Barcellona, alla Dinamo Kiev e al Rubin. Nelle prime tre giornate i nerazzurri riescono a totalizzare solo 3 punti per effetto di altrettanti pareggi: 0-0 casalingo con gli spagnoli, 1-1 sul campo dei russi (Stanković) e 2-2 con gli ucraini al Meazza (Stanković e Samuel). Al quarto turno va in scena un incontro decisivo per il prosieguo del cammino europeo: sotto di un gol sul campo della Dinamo Kiev, l’Inter ribalta la situazione con Milito e Sneijder nei minuti finali della gara. La successiva sconfitta per 2-0 a Barcellona costringe la squadra nerazzura a vincere l’ultima gara in programma il 9 dicembre al Meazza contro il Rubin Kazan’: le reti di Eto’o e Balotelli valgono la qualificazione al turno successivo alle spalle del Barcellona.
Alla 20ª giornata il vantaggio sul secondo posto si riduce a 6 punti a causa del pareggio sul campo del Bari e alla vittoria del Milan sul Siena. Nel turno successivo il calendario propone proprio lo scontro diretto tra le due rivali: l’Inter vince per 2-0 grazie a Milito e Pandev e si riporta a 9 punti di distanza dai rossoneri. Tuttavia dalla 22ª alla 25ª giornata, i nerazzurri collezionano solo 6 punti sui 12 disponibili per effetto di 3 pareggi contro Parma, Napoli e Sampdoria e una sola vittoria col Cagliari: l’inatteso rallentamento favorisce il riavvicinamento alla vetta da parte delle inseguitrici, in particolare della Roma, che – reduce da una lunga striscia di risultati positivi – si porta a soli 5 punti dai nerazzurri, distratti anche dall’imminente impegno europeo.
La squadra di Mourinho negli ottavi di finale di Champions League deve fronteggiare il Chelsea: la gara di andata al Meazza termina per 2-1 in favore dell’Inter, che va a segno con Milito e Cambiasso dopo il momentaneo pareggio di Kalou; nella gara di ritorno a Stamford Bridge i nerazzurri centrano il successo per 1-0 grazie alla rete di Eto’o ottenendo la prima affermazione in terra inglese a distanza di sette anni dal 3-0 in casa dell’Arsenal e contestualmente la qualificazione ai quarti di finale dopo quattro anni.
In campionato, il Milan risale fino a un punto dalla vetta per effetto delle vittorie contro Fiorentina nel recupero e Chievo e della contemporanea sconfitta dell’Inter col Catania. La reazione è immediata: alla 30ª giornata i nerazzurri vincono col Livorno, e allungano a +4 sul Milan, sconfitto contro il Parma. La Roma, invece, vince contro il Bologna e accorcia a -4. Il turno successivo propone lo scontro diretto proprio contro la Roma, che si impone allo Stadio Olimpico per 2-1, riducendo lo svantaggio dalla vetta ad un solo punto. Zanetti, impegnato nella gara di ritorno dei quarti di Champions League contro il CSKA Mosca: grazie alla punizione vincente di Sneijder i nerazzurri vincono per 1-0 e si qualificano alle semifinali dopo sette anni.
Nei quarti di finale di Champions League, l’Inter è attesa dal CSKA Mosca: i nerazzurri hanno la meglio per 1-0 all’andata (Milito) e si impongono con lo stesso risultato a Mosca (Sneijder), approdando alle semifinali della competizione a sette anni di distanza dall’ultima volta contro il Milan.
Rituffatasi in campionato, l’Inter non va oltre il 2-2 con la Fiorentina permettendo alla Roma – che vince in casa con l’Atalanta – di effettuare il sorpasso in vetta. Il primato dei giallorossi dura poco perché alla 35ª giornata l’Inter vince in rimonta con l’Atalanta e approfitta della sconfitta della Roma con la Sampdoria per portarsi a due punti di vantaggio. L’attenzione è quindi rivolta al ritorno delle semifinali di Champions League contro il Barcellona: reduce dal 3-1 maturato a Milano in virtù delle reti di Sneijder, Maicon e Milito che avevano ribaltato l’iniziale vantaggio di Pedro per gli spagnoli, l’Inter – in inferiorità numerica per buona parte della gara a causa dell’espulsione di Motta – perde 1-0 al Camp Nou e passa il turno, tornando a disputare una finale di Champions League a trentotto anni dall’ultima volta. La coreografia allestita dalla Curva Nord prima della finale di Champions League contro il Bayern Monaco disputata allo stadio Santiago Bernabéu di Madrid: vincendo 2-0, i nerazzurri diventano il primo club italiano a centrare il Triplete.
Il 5 maggio 2010 allo Stadio Olimpico di Roma si gioca la finale di Coppa Italia, a cui i nerazzurri arrivano per la dodicesima volta nella loro storia dopo aver battuto il Livorno per 1-0 (Sneijder), la Juventus per 2-1 (Lúcio e Balotelli) e la Fiorentina con un doppio 1-0 (Milito all’andata ed Eto’o al ritorno): la rete di Milito basta per battere la Roma e conquistare il sesto successo nella competizione.
In campionato, la marcia dell’Inter prosegue inarrestabile fino al 16 maggio successivo quando è in programma la giornata conclusiva del torneo; ai nerazzurri serve una vittoria contro il Siena per mantenere il vantaggio di due punti sui giallorossi e i tre punti arrivano grazie al gol firmato da Milito. Per l’Inter si tratta del diciottesimo scudetto della sua storia – nonché il quinto consecutivo – mentre si avvicina l’appuntamento con la finale continentale che vede la squadra nerazzurra opposta al Bayern Monaco, vincitore anch’esso di campionato e coppa nazionale.
Il 22 maggio allo Stadio Santiago Bernabéu di Madrid va dunque in scena l’atto finale della massima competizione europea: Milito, con una rete per tempo, fissa il risultato sul 2-0 e regala all’Inter la conseguente vittoria del trofeo – il terzo nella storia del club – a 45 anni di distanza dall’ultima volta. Inoltre, con questo successo, i nerazzurri diventano la prima squadra nella storia del calcio italiano a centrare il Triplete vincendo nella stessa stagione campionato, coppa nazionale e Champions League.
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