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Leicester City Football Club 1884 – 2015/16

Alcuni dicono che il fatto che una squadra cosi sfavorita abbia vinto il prestigioso campionato inglese, il campionato più ricco al mondo, sia l’evento più incredibile della storia degli sport di squadra. Di sempre. Ed è difficile dare loro torto.

Ciò che rende assurda questa storia sono le origini del Leicester, un moderato club di provincia, e il modo in cui si è presentato alla Premier League, campionato popolato da club pieni di star e di soldi.

Soltanto nel 2009 il Leicester giocava in terza divisione inglese. Nel 2014 vince la Championship – seconda divisione inglese – e torna in Premier League dopo 10 anni.
Com’è normale che sia però per una neo promossa non abituata a certi livelli, nella prima stagione in Premier League il Leicester fa fatica. Passa mesi all’ultimo posto della classifica e, quando mancano 9 partite, la retrocessione sembra quasi scontata. Il Leicester infatti ha 19 punti: nessuno nella storia della Premier League è riuscito a salvarsi con meno di 20 punti dopo 29 giornata.

Il Leicester però sfugge dalla morsa della retrocessione vincendo ben 7 delle ultime nove partite. Già cosi, sembra quasi una favola. Ma quello che succederà nella loro seconda stagione della Premier League, è difficile da spiegare.

Nuova stagione, nuovo allenatore…

Nel luglio del 2015, Claudio Ranieri si sta godendo una vacanza in Italia quando riceve una chiamata da Steve Kutner, suo agente. Una chiamata che cambierà la storia del calcio. È stato proprio l’agente Kutner che, quando si era liberato posto a Leicester, aveva cercato di convincere i piani alti che Claudio fosse la scelta giusta.
Ranieri cosi salta su aereo per l’Inghilterra per avere un colloquio di lavoro con il board del Leicester. E Ranieri è Ranieri. Carismatico, ardente di passione e pieno di cultura. Il suo entusiasmo all’idea di ottenere il lavoro fa buona impressione al management del Leicester, e pare che fin dal primo giorno sia scattato un buon feeling con il vice presidente Aiyawatt Srivaddhanaprabha.

La conferma che il colloquio sia andato bene si ha un paio di giorni dopo, quando Claudio e il Leicester si rivedono, questa volta in presenza anche del presidente del Leicester, Vichai Srivaddhanaprabha.
Il Leicester è sempre più convinto di Ranieri come allenatore della nuova stagione, ma è scontato dire che, in quei giorni, nessuno ha minimamente pensato che nove mesi dopo Ranieri avrebbe camminato sull’erba del King Power Stadium portando tra le braccia una coppa da 25 kg. La coppa della Premier League.

Dopotutto, il Leicester non era altro che una neopromossa, una neofita della Premier, salvatosi la stagione precedente solo nella parte finale di stagione. E che dovrà combattere per restare un altro anno nel massimo campionato inglese. Ma se proviamo per assurdo a cambiare prospettiva, e guardiamo verso l’alto, all’utopistica possibilità di vincere il titolo, le quote che vedono il Leicester campione d’Inghilterra sono di 5000 a 1.

Da quando la Premier League è stata fondata nel 1992, solo cinque squadre sono state incoronate campioni, quattro delle quali le solite super potenze economiche del calcio inglese: Arsenal, Chelsea, Man United, Man City. E ogni volta, la vincitrice nella stagione precedente era arrivata come minimo terza in campionato. Il Leicester nella stagione 2014/15, conclude al 14^ posto, con una fuga dalla retrocessione che è già di per sé un miracolo sportivo.



Il Mercato estivo è ridotto e non presenta, almeno all’apparenza, colpi esplosivi. Il centrale Robert Huth viene riscattato per 4mln di euro. Christian Fuchs e Shinji Okazaki arrivano dalla Bundesliga, rispettivamente Schalke 04 e Mainz. Fuchs a parametro zero, Okazaki per 9 milioni di euro. Poi c’è un ragazzo che il Leicester segue da un po’. È un giovane ragazzo francese (24 anni), che solo 4 anni prima si faceva strada in terza categoria francese. Si chiama N’golo Kanté. Il capo scout del Leicester, David Mills, lo ha visto giocare col Caen. Gli piace, diventa un obbiettivo. Vengono messe insieme clip e statistiche su di lui che Ranieri guarda, ma non è ancora del tutto convinto per via del suo fisico. Qualche mese dopo però, in seguito a prestazioni incredibili del francese nel coso delle amichevoli estive, Ranieri chiama Mills e da il via libera. Kanté viene acquistato per 8 milioni di euro e il resto è storia.

Kanté a 25 anni. Prima stagione in Premier, primo titolo

Si può dire che La rosa del Leicester è essenzialmente la stessa dell’anno precedente, con l’aggiunta di qualche innesto dallo sborso economico modesto. Dei giocatori precedentemente presenti in rosa ne spiccano due in particolare, che si faranno conoscere nel corso della stagione.
Parlo ovviamente di Jamie Vardy e Ryihad Mahrez.
Mahrez viene acquistato nel 2014, per 750 000 euro, dal Le Havre, squadra della Ligue 2, dove si alterna tra prima squadra e seconda squadra o “squadra delle riserve”.
Anche Jamie Vardy ha origini umili. 5-6 anni prima giocava nelle periferie di Sheffield e oltre a giocare a calcio a livello dilettantistico svolgeva lavori part time. E prima di essere acquistato dal Leicester nel 2012, giocava in quinta divisione inglese.
Sommando il prezzo di trasferimento dei giocatori, la loro squadra è costata quanto il solo Kevin de Bruyne, che il Man City ha acquistato all’inizio della stagione.. Vale a dire 75 milioni di euro.
Il loro monte ingaggi invece è 90 millioni di euro, circa un quarto di quello del Manchester United.

Il campo

Per il percorso del Leicester in campionato ho raccolto alcune delle partite più importanti e i momenti chiave della stagione, sia fuori che dentro il campo.

Giornata 1 – Chi ben comincia…

Il Leicester di Ranieri parte col piede giusto, più precisamente coi piedi di Mahrez e Vardy, che segnano 3 gol in due. Il Leicester comincia quindi la stagione battendo 4-2 il Southampton.

Giornata 7 – Prima pesante sconfitta

Alla settima giornata il Leicester ospita per la seconda volta una “big” (la prima era stata il Tottenham, 1-1). Le foxes vengono sconfitte 5-2 in casa. Un risultato che in quel momento ci può anche stare, che riflette la differenza di valori che, almeno in teoria, ci sono tra una squadra di provincia che deve salvarsi e una potenza economica del calcio inglese.
La classifica sorride comunque al Leicester, che dopo 7 giornate si ritrova nella parte alta.

Giornata 10 – Pizza!

Il Leicester ha avuto un buon inizio, 16 punti dopo 9 partite, ma la difesa balla un po’. Era un problema anche l’anno precedente. Una delle modifiche tattiche che Ranieri ha portato rispetto al suo predecessore è passare dalla difesa 3 a quella a 4, ma non ha risolto del tutto i problemi. Ranieri per motivare i suoi ci scherza su, dicendo che in caso di “clean sheet”, avrebbe offerto una pizza a tutti. E la squadra si guadagna una pizza proprio alla decima giornata, quando, contro il Crystal Palace, per la prima volta in campionato non subiscono gol.

Giornata 14 – La storia nella storia

La storia, l’explot di Jamie Vardy è molto simile a quella della squadra in cui gioca e che ha creduto in lui. Due figure che hanno raggiunto l’apice partendo dal basso, molto in basso, e senza che nessuno potesse prevederlo.

Siamo nel 2016, ma solo quattro anni fa Vardy, che aveva comunque già 25 anni, giocava nella quinta divisione inglese. Il Leicester però crede in lui e lo preleva per un milione di euro, cifra record, la più alta mai sborsata per un calciatore non professionista. E il Leicester ci vede lungo perché quattro anni dopo, Vardy fa un nuovo record, ma ancora più speciale.
Alla 14^ giornata c’è Leicester-Manchester United e finisce 1-1. Per le foxes va a segno Vardy che segna cosi per 11 partite consecutive, nuovo record nella storia della Premier, campionato che di attaccanti fenomenali ne ha visti tanti.

E intanto, l’intruso Leicester continua a stare lassù.

Vardy nei dilettanti, quando faceva 30£ a settimana.

Giornata 19 – Fine girone d’andata e buon anno!

Nelle ultime 4 giornate, il Leicester ha incontrato 3 big.
Chelsea (vittoria 2-1), Liverpool (sconfitta 0-1) e City (pareggio 0-0 e quarta pizza della stagione).
È anche il 29 dicembre 2015, la fine dell’anno e tempo di bilanci in casa Leicester.
E il bilancio dice che se oggi il Leicester è primo in classifica – a pari punti – esattamente un anno fa era ultimo in classifica.

Giornata 20 – Salvezza

L’anno nuovo si apre bene per il Leicester, che c’entra il primo obiettivo stagionale. D’altronde Ranieri era stato chiaro, a inizio stagione. L’obbiettivo era la salvezza e per farlo e stare tranquilli bisognava raggiungere i 40 punti.
Ed eccoli i 40 punti, tondi tondi, in seguito al pareggio con il Bournemouth.
Arrivati molto, molto prima del previsto.

Alla ventesima giornata il Leicester “raggiunge” la salvezza

Giornata 25 – Lezione ai soldi

Questa è una storia bellissima anche perché scopriamo una squadra la cui forza proviene da rare qualità, quali fame, sacrifico e unione, in un mondo in cui la vittoria è strettamente legata all’aspetto economico. Il piccolo Leicester con il suo generale Claudio – che comunque non ha il curriculum da allenatore élite – e la sua crew di giocatori scartati, sconosciuti e di secondo piano. Una squadra che un giorno si sveglia la mattina e decide di sfidare le grandi in un gioco comandato dal denaro.

La giornata 25 presenta la partita simbolo di questa lotta. Il Leicester fa visita a quelli che erano i favoriti per il titolo. Una squadra costruita con pesanti investimenti nel corso degli anni, una squadra di star. La partita è Man City-Leicester e impietoso è il confronto del valore economico dell’11 titolare: 37 milioni per il Leicester contro 548 milioni per il City.

Il Leicester insegna calcio a Manchester e vince 3-1, con doppietta di Huth e gol di Mahrez.
A fine partita Pellegrini ammette: “abbiamo giocato contro una squadra più forte”.
E i tifosi del Leicester presenti a Manchester iniziano a cantare “vinceremo il titolo”.
L’entusiasmo cresce rapidamente a Leicester, ora a +5 sulle inseguitrici.

Il confronto economico dell’11 titolare delle due squadre

Giornata 26 – Parte 1 – Vascillare

+5. Euforia. Sulle ali dell’entusiasmo. Ali che vengono subito spezzate. Fiato sul collo. Pressione. Sogno che scricchiola.
Questa è un po’ la catena emotiva in casa Leicester nelle ultime settimane.
Giornata 24, distrutto il Liverpool (2-0). Nella giornata seguente, distrutto il City a domicilio. Entusiasmo, tanto, e 5 punti di vantaggio sulla seconda.

La seconda è l’Arsenal che il Leicester incontra proprio alla giornata 26.
È l’atto finale di una trilogia di partite tra squadre di vertice che avrebbe potuto minare il cammino del Leicester, ma da cui ne esce non vivo, ma grande vincitore. E le cose si mettono ancora meglio a inizio Arsenal-Leicester, quando il Leicester passa in vantaggio con Vardy.
Poi però l’espulsione di Simons e mezz’ora in dieci. Quindi il gol del pareggio dell’Arsenal, e un altro gol ancora dei gunners, drammatico, al 94′.

In 25 minuti cambia il mondo, da +8 a un misero +2, dall’euforia alla pressione. Il fiato sul collo dell’Arsenal e delle altre inseguitrici, Tottenham su tutte.

Giornata 26 – parte 2 – Staccare la spina

La gente si chiede come reagirà il Leicester a questa sconfitta e al modo in cui è arrivata.
Ranieri, in quella che il tempo dirà essere una scelta geniale, decide di approfittare delle partite di coppa inglese – da cui il Leicester è stato eliminato – per concedere un’intera settimana di pausa ai suoi giocatori.

Lontano dal campo verde, per dimenticare e staccare un attimo la spina da questo travolgente cammino.

Giornata 33 – Inarrestabili

La risposta a quella sconfitta è fenomenale. Il Leicester è una macchina. Nelle successive 7 partite colleziona un pareggio e sei vittore. Sei cleen cheets – partite senza subire gol – in sette partite. 19 punti dei 21 disponibili.

Il Leicester ormai ha un 11 titolare ben definito. Kasper Schmeichel, figlio d’arte, in porta. In sua protezione Simpson, Morgan, Huth e Fuchs. In mezzo Albrighton, Drinkwater, Kanté e Mahrez, con l’algerino più libero di spaziare sul fronte offensivo. E davanti Okazaki che agisce subito dietro a Vardy. Decisa e organizzata, è anche una squadra di uomini, e lo hanno dimostrato con la tenuta mentale nel corso della stagione. Non a caso Schmeichel e i quattro dietro, assieme a Vardy e Okazaki, hanno 29 anni o più. I più giovani sono Mahrez e Kante, 25.

Un’altra statistica interessante, è quella del possesso palla. Le percentuali dicono che la squadra di Ranieri è tra le ultime tre. E solo il West Brom ha una percentuale di passaggi completati peggiore rispetto alle Foxes. D’altronde se analizziamo il gioco, non è sicuramente tiki-taka. La formula di Ranieri è attenta, semplice ed efficace. E si adatta alla perfezione alle caratteristiche (e limiti) della sua squadra. Difendono bassi, sfruttano i contropiedi, riducono al minimo i rischi. Non si vedono spesso i giocatori del Leicester palleggiare a ridosso della loro area di rigore. Il portiere, Schmeichel, la spazza via volentieri e Vardy gioca sull’ombra dell’ultimo difensore per dare profondità e allungare la squadra. Non sarà Tiki-Taka, ma funziona.

Se guardiamo invece l’unica classifica che conta davvero – in assenza di tabelle che mostrano valori umani, come sacrificio e lavoro di squadra – il Leicester è stra primo. A +7 sul Tottenham.

E con tutto il mondo che tifa per loro.

Giornata 34 – Scorie

Il Leicester sente l’odore di titolo. Di miracolo sportivo. Sette punti di vantaggio con cinque partite rimanenti. La 34^ giornata però lascia qualche scoria e qualche punto per strada, anche se, per come si erano messe le cose, per le Foxes il risultato finale è quasi una vittoria.

Benvenuto in West Ham-Leicester. Vardy, che aveva portato in vantaggio i suoi, nella ripresa viene espulso per simulazione. Il Leicester in 10, come con l’Arsenal, fa fatica, e il West Ham rovescia la partita con due gol in due minuti, all’84’ e l’86. Un uno-due pesantissimo. Al 95′ però il Leicester si prende l’ultima parola e la pareggia su rigore.

Il Tottenham intanto vince e si avvicina, portandosi a -5. Vardy successivamente riceverà un’addizionale giornata di squalifica e il Leicester dovrà cavarsela senza il suo mattatore per due partite. È ancora tutto aperto. Per ora…

Storia.

Facendo un piccolo passo indietro, quei 19 punti in 7 gare , in seguito alla sconfitta con l’Arsenal, sono stati micidiali per le inseguitrici che hanno allentato la presa di un Leicester straripante. L’unica squadra che è riuscita a tenere il ritmo – o quasi – del Leicester è il Tottenham. Ed è l’unica squadra che potrebbe ancora strappare loro il titolo.

Se però alla 34^ giornata il Tottenham aveva accorciato la distanza, in quella successiva la distanza di 7 punti si ristabilisce. Gli spurs pareggiano in casa, le Foxes, anche senza Vardy, spazzano via lo Swansea: 4-0.

Non serve essere dei geni in matematica per capire che 7 punti di vantaggio con sole tre partite rimanenti – o 9 punti disponibili – è tanta roba. Ora il Leicester ha 3 match points per chiuderla. E fare la storia dello sport.

Alla giornata 36, succede.
Il primo match point è con il Manchester United, fuori casa. Il Leicester non riesce a strappare i tre punti e la partita finisce 1-1. Il giorno dopo però anche il Tottenham, ospite del Chelsea, pareggia.
L’epopea giunge al termine . Il Leicester è campione d’Inghilterra e diventa immortale nella storia del calcio e dello sport.

Vardy scherza con Ranieri alla premiazione 
Ranieri con il presidente Vichai  (1958-2018)

La squadra di provincia, umile e operaia, partendo da zero si impone nel campionato più ricco del mondo.


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