Il Manchester City ha iniziato a costruire il primo stadio di calcio al mondo all’interno del metaverso con l’aiuto degli esperti di realtà virtuale di Sony. Utilizzando l’analisi delle immagini e le tecnologie di create dalla società Hawk-Eye, una sussidiaria del gigante della tecnologia e dell’intrattenimento, lo stadio del club diventerà l’hub centrale del Mancheter City nel mondo della realtà virtuale.
I funzionari del club che lavorano al progetto – spiega iNews – lo stanno facendo in previsione del momento in cui il City potrà riempire più volte l’Eithad Stadium virtuale, consentendo ai tifosi impossibilitati ad andare a Manchester di guardare le partite dal vivo comodamente da casa in qualsiasi parte del mondo. Il piano segue la partnership triennale siglata con Sony e, sebbene il lavoro sia ancora agli inizi, team di esperti dell’azienda hanno già visitato l’Etihad per mapparlo digitalmente e ricrearlo in realtà virtuale.
«Il punto centrale che potremmo immaginare avendo un metaverso è che si possa ricreare una partita, guardarla dal vivo, fare parte dell’azione in un modo diverso attraverso diverse angolazioni e riempire lo stadio quanto si vuole perché illimitato, completamente virtuale», ha commentato Nuria Tarre, chief marketing e fan engagement officer del City Football Group, la holding che controlla i Citizens.
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Il metaverso è attualmente accessibile tramite dei visori e navigato con controller manuali. Gli sviluppatori che lavorano nel calcio e nella realtà virtuale ritengono che la tecnologia attualmente consentirebbe di replicare una partita in una versione digitale, simile a quanto accade con il videogioco FIFA, ma che in futuro i fan potrebbero guardare le partite reali giocate all’interno di uno stadio virtuale.
«Non siamo troppo lontani. Potremmo praticamente consegnarlo ora, anche se in questa fase sarebbe più probabilmente una versione generata dal computer», ha sottolineato Andy Etches, co-fondatore di Rezzil, una società che ha sviluppato il gioco “Player 22”, utilizzato dai club della Premier League per allenare i giocatori.
«Al massimo l’1% dei nostri fan si recherà mai a Manchester per guardare una partita», ha ribadito Tarre. La prospettiva più allettante è che in futuro i tifosi possano assistere alle partite dal vivo in uno stadio virtuale, quasi come se fossero lì di persona, comodamente da casa. Rimane una visione piuttosto che una certezza e richiederebbe una profonda revisione del settore delle sponsorizzazioni, ma soprattutto del modo in cui vengono distribuiti i diritti televisivi del calcio. Attualmente, la Premier League vende i diritti collettivamente alle emittenti, ma i club stanno esplorando sempre più il potenziale di possedere i propri, confezionarli e venderli come desiderano.
Non solo. Manchester City e Sony stanno anche cercando di capire come i fan potranno incontrarsi nel metaverso, come si impegneranno, cosa vorrebbero fare, quanto tempo trascorreranno lì e se ci sia spazio per la vendita di prodotti virtuali, che esistono solamente in quel mondo. Il tutto senza eliminare chiaramente l’esperienza dal vivo.
«Vogliamo ancora che le persone si incontrino! E penso che questo sia il bello delle partite dal vivo e dei tifosi negli stadi. Abbiamo visto che quando i tifosi non erano negli stadi (causa Covid, ndr) l’esperienza non è stata la stessa, è necessario riprodurne il rumore quasi per renderlo eccitante. Penso che sia un equilibrio di entrambe le cose che lo rende eccitante», ha detto ancora Tarre.https://secure.spox.com/daznpic/daznscheduleit.html?c=itcalcioefinanzaseriea&tm=5484277
Resta da capire se e come si svilupperà la cosa: «La definizione difficile di un metaverso è che diventi un’economia autosufficiente. Per essere veramente un metaverso deve essere un nuovo mondo. È qui che non abbiamo la risposta, altrimenti sarei molto ricco! Nessuno ha una sfera di cristallo per dirlo. Ma possiamo testare l’appetito dei fan che acquistano cose in questo universo. Come le compreranno? Con soldi veri? Con criptovalute? Non sappiamo ancora fino a che punto arriveremo».
Tarre prevede che forse entro cinque anni – ma sicuramente entro 10 – guardare una partita in diretta televisiva in salotto non sarà il modo più comune di vivere il calcio: «Siamo qui per imparare. Ci sono opportunità, sfide e difficoltà in arrivo. Ma crediamo veramente nell’opportunità di abilitare le connessioni dei fan a livello globale, digitale, in un modo nuovo».
FONTE: calcioefinanza.it
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