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Torino Football Club 1906 – 1991/92

La stagione 1991/92 resterà per sempre negli annali del Torino. Una società che in passato è stata abituata a vincere in Italia, dal grande Torino fino allo scudetto di Pulici e Graziani, ma che in Europa non era mai riuscita ad imprimere il suo marchio. Nell’albo d’oro della Coppa Uefa di quell’anno non c’è il nome del Toro, perché quella finale con l’Ajax brucia ancora a Casagrande e compagni, arrivati ad un passo dalla storia.

Il Torino parte bene e dopo un passo falso interno con la Lazio che vince con un gol di Ruben Sosa, si attesta nella parte alta della classifica. Il derby d’andata non sorride ai granata, sconfitti dalla rete di Casiraghi, cosi come avviene con i futuri campioni d’Italia del Milan che vincono a San Siro con i gol di Gullit e Massaro. Nel ritorno i granata non si smentiscono, pareggiano con Inter e Milan in casa e riescono nell’impresa di battere la Juventus con la doppietta di Casagrande il 5 Aprile del 1992.

In Coppa Italia il cammino è spedito fino ai Quarti di Finale, dove la formazione di Mondonico se la vede con il Milan, la squadra indubbiamente più forte di quegli anni. Due a zero per i rossoneri all’andata firmato da Baresi e Simone, uno a uno al ritorno con gol granata di Lentini, che farà innamorare Berlusconi e il Diavolo che nell’estate seguente ricopriranno d’oro la società di Borsano per accaparrarsene le prestazioni.  In campionato il Toro prosegue spedito ed alla fine della stagione otterrà un grande terzo posto subito dietro le due grandi, Milan e Juventus, ma è in Coppa Uefa che si sta per compiere un piccolo capolavoro.

Per i granata la finale UEFA del 1992 è l’apice di un triennio eccezionale che porta la squadra dalla serie B a contendere la seconda coppa europea all’Ajax. Il 13 maggio 1992 la marcia trionfale del Toro sui terreni di tutta Europa trova in Olanda in casa dell’Ajax l’ultimo ostacolo da superare. Il match finisce con uno score incredibile di 3 legni per il Toro e fine gara il portiere dell’Ajax Menzo li andrà a baciare riconoscendo così il provvidenziale aiuto ricevuto dalla sorte. Tutto questo non basta per portare a Torino la preziosa coppa, ma il ricordo di un anno ricco di successi rende comunque orgogliosi gli appassionati granata che hanno vissuto un esaltante capitolo della propria storia.

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