Il Via del mare sostituì lo stadio Carlo Pranzo, antico impianto da 12 000 posti intitolato alla memoria di un giovane leccese caduto nel 1942 in Africa all’età di 31 anni durante la seconda guerra mondiale. Nei primi anni della società salentina, dal 1924 al 1943, l’impianto sportivo presso cui la squadra era di scena era il “XXVIII ottobre”, situato nel campo polisportivo “Achille Starace”, intitolato al gerarca fascista e ubicato nei pressi di Porta Napoli. Quest’ultimo impianto era stato inaugurato il 30 aprile 1924 e dopo il suo abbattimento, avvenuto nel 1985, è divenuto prima un parcheggio per auto e successivamente un parco.
Lo stadio Via del mare, della capienza iniziale di 16 000 posti, fu inaugurato l’11 settembre 1966 in occasione di un’amichevole tra Lecce e Spartak Mosca, terminata con il punteggio di 1-1 e seguita da 13 000 spettatori. Il 2 ottobre dello stesso anno lo stadio ospitò la prima partita ufficiale, il derby pugliese tra Lecce e Taranto (1-0), valido per la seconda giornata del campionato di Serie C 1966-1967, di fronte a 25 000 spettatori. La prima rete nel nuovo stadio in partite ufficiali fu segnata dal giallorosso Giancarlo Brutti.
Il 24 giugno 1967 il Via del mare ospitò un’altra prestigiosa amichevole tra il Lecce e il celebre Santos di Pelé. La partita terminò 5-1 per i brasiliani con tripletta di Pelé, autorete di Melideo e gol di Edu. I salentini erano riusciti a portarsi sul pari con un gol di Mammì.
Inizialmente la capienza collaudata dello stadio Via del mare era di soli 16 000 spettatori e la conformazione degli spalti era diversa, con la tribuna principale affiancata da due strutture laterali. L’attuale assetto dell’impianto è, infatti, stato raggiunto dopo oltre un trentennio di lavori e ristrutturazioni apportati all’iniziale progetto. Già nel 1976 lo stadio leccese beneficiò di un primo necessario intervento di ampliamento che portò la capienza dell’impianto a 20 500 posti, attraverso la ricostruzione di una gradinata al di sopra della tribuna est.
Con la prima promozione del Lecce in Serie A, giunta al termine della stagione 1984-1985, lo stadio fu quasi completamente ricostruito e ammodernato dall’impresa edile di proprietà del costruttore e presidente dell’Ascoli Costantino Rozzi. In meno di tre mesi la capienza arrivò a ben 55 000 posti grazie alla realizzazione di un anello superiore per i tre quarti delle tribune. Furono ricostruite le due curve, sedi del tifo organizzato: la nord (oggi sede degli Ultrà Lecce) e la sud (oggi sede della Gioventù). Furono inoltre riedificate la tribuna centrale e la tribuna laterale furono creati i settori denominati distinti e tribuna est (con il cosiddetto “crescent”), la quale rimase invariata.
L’impianto leccese divenne a questo punto il sesto stadio italiano per capienza, dopo quelli di Napoli, Milano, Roma, Torino e Firenze, e sarebbe rimasto il sesto stadio più capiente d’Italia fino al campionato mondiale di calcio 1990.
Negli anni a venire, per far sì che tutti i posti a sedere fossero numerati, la capienza fu ridotta a 40 670 posti, in ottemperanza al decreto del Ministero dell’Interno che stabilisce di numerare tutti i posti a sedere per gli impianti sportivi in grado di ospitare oltre trentamila spettatori. In ogni caso, in considerazione dei moderati successi della squadra e delle contenute dimensioni della città, lo Stadio Via Del Mare si segnala per il suo aspetto imponente abbinato ad una discreta prospettiva del campo, soltanto in parte penalizzata dalla presenza della pista di atletica. Lo stadio è disposto su due piani, con la sola tribuna principale provvista di copertura ed il resto degli spalti contornati da effetti cromatici giallorossi che richiamano, oltre ai colori sociali della squadra di casa, anche le tinte, il calore e le sfumature del folklore di questa terra.
Le poltroncine sono di colore rosso e giallo (i colori sociali della squadra) e compongono sulla Tribuna Est la scritta “U.S. Lecce”. Dopo la sua quasi totale ristrutturazione, lo stadio di Lecce, insieme allo stadio Friuli di Udine, era l’unico stadio pronto per il campionato mondiale di Italia ’90. Ciononostante l’assegnazione delle partite del Mondiale nella regione Puglia andò allo stadio San Nicola di Bari, fatto che causò alcune polemiche.
Il 25 settembre 1985 il Via del Mare aveva ospitato la prima partita della nazionale maggiore italiana, l’amichevole Italia-Norvegia 1-2.Tifosi del Lecce della Curva Nord, Lecce-Lazio 5-3, 1º maggio 2005
Nel 1987 il Via del mare ospitò, con il tutto esaurito, due partite ufficiali del Milan di Sacchi: il 30 settembre contro lo Sporting Gijón per il ritorno dei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA (3-0 per i rossoneri) e il 21 ottobre contro l’Espanyol per l’andata dei sedicesimi di finale dello stesso torneo (2-0 per gli spagnoli). Si giocò a Lecce a causa dell’indisponibilità di San Siro, squalificato dalla UEFA dopo i disordini di Milan-Waregem 1-2, ritorno degli ottavi di finale della Coppa UEFA 1985-1986.
Nel febbraio 1993 lo stadio ospitò due partite del trofeo Squibb, che vide la partecipazione di Lecce, Inter e Giappone.
Nel 1994 lo stadio ospitò la messa celebrata da papa Giovanni Paolo II.
Nella stagione 1997-1998 lo stadio leccese ospitò la finale dei play-off per la promozione in Serie C1, vinta dal Crotone sul Benevento.
Con delibera del Consiglio comunale, nel gennaio 2002 lo stadio fu intitolato all’ex sindaco della città salentina Ettore Giardiniero, che diede il via libera alla sua ricostruzione.
Durante la prima giornata del campionato di Serie B 2007-2008 la sala stampa dello stadio fu intitolata al giornalista leccese Sergio Vantaggiato, scomparso tragicamente a Parigi nell’agosto 2007.
Il 1º novembre successivo, dopo un allenamento della squadra giallorossa, il magazziniere della società Antonio De Giorgi fu colpito da un fulmine al collo che lo uccise all’istante. Al momento dell’incidente erano presenti anche l’allenatore Papadopulo e il direttore sportivo Angelozzi che ne uscirono illesi. In segno di lutto, la partita con il Cesena fu rinviata.
Nel 2008 lo stadio fu dotato di illuminazione aggiuntiva, con lampioni posti in cima agli spalti non coperti. Il primo utilizzo di questa illuminazione risale alla partita Italia-Montenegro (2-1) del 15 ottobre 2008.
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